FORLIMPOPOLI – Ritratto di donna

Ritratto di donna

La vista sull’alba è mozzafiato.

Sono le 6:45 e dalla finestra dell’hotel il giorno si accende piano, avvolto dall’aria frizzante che profuma di mare.

Mi concedo qualche minuto sul balcone: uno dei privilegi silenziosi del mio essere un “viaggiatore scolastico”.

Colazione. Ultimo sguardo alla stanza. Sulla porta, un dipinto: il volto di una donna, elegante, assorta. Mi fissa, come se volesse augurarmi buon viaggio. Non so perché, ma so che quel volto mi accompagnerà oggi.

Prima tappa: Mondolfo. Un Istituto Comprensivo che già ieri aveva mostrato interesse per i nostri percorsi. Mi riceve una giovane dirigente, garbata e appassionata. Mi racconta la storia della sua scuola con gli occhi di chi sogna in grande.

Vuole innovare, crescere, trasformare il suo istituto in un punto di riferimento.

Ascolta con attenzione ogni parola, prende appunti, riflette. Capisco subito che questa sarà una collaborazione destinata a dare frutti.

Poi si riparte. Forlimpopoli mi attende nel pomeriggio. L’immagine di quel volto dipinto continua a riaffiorare, discreta e persistente.

Alle 15 in punto, inizia l’incontro. Aula piena, tutti presenti. La platea si rivela da subito preparata e curiosa. Le domande arrivano subito, precise, tecniche, affilate. Non ho neanche il tempo di chiudere un concetto che già qualcuno chiede un approfondimento. È un buon segno. Significa che stiamo lavorando con professionisti che vogliono capire, vogliono costruire.

Cerco di rispondere a tutti, con chiarezza, con pazienza. È il mio compito: facilitare, spiegare, accompagnare. Breve coffee break, poi si riparte. La seconda parte vola via, tra sguardi concentrati e stupore per la semplicità e l’efficacia della piattaforma. Anche oggi chiudiamo oltre l’orario previsto, ma nessuno ha lasciato la sala. Un segnale importante: il tempo vola quando c’è vera partecipazione.

È sera ormai. Mi dirigo verso Faenza, dove mi attende un nuovo hotel, un nuovo risveglio, un nuovo racconto da vivere. Ma prima di chiudere gli occhi, mi torna alla mente quel ritratto di donna. È lì, discreto, silenzioso. Come un segnalibro tra le pagine della giornata appena conclusa.

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *