BELVEDERE MARITTIMO (CS) – Etica e formazione… che musica!

Belvedere Marittimo

Oggi parto presto. Alle 7:45 sono già in macchina: devo raggiungere Amantea.
La giornata non promette bene. Un vento di scirocco furioso sferza l’autostrada A3, scuote l’auto sui viadotti e rende la guida difficile. La pioggia, mescolata a sabbia sottile, crea una patina giallastra sul parabrezza. È come guidare attraverso una nebbia di deserto.

Dopo qualche ora, finalmente arrivo a scuola. La struttura è modernissima, con un piazzale ampio, una fontana romantica, bandiere che sventolano impetuosamente. Piante di ulivo, panchine. Sembra più un campus universitario che un istituto scolastico.
Anche all’interno si respira innovazione: ambienti luminosi, organizzati. Incontro la Dirigente, che mi accompagna in segreteria. In meno di un’ora concludo il mio lavoro.

Poi riparto. Destinazione: Belvedere Marittimo.
Il vento è ancora più forte. Detriti e rami ingombrano la strada. In certi tratti sembra di viaggiare dentro un film catastrofico. Procedo lentamente.

Belvedere Marittimo

Entriamo nella scuola, una struttura antica che porta con sé i segni del tempo e delle generazioni che l’hanno attraversata.

In presidenza ci attende la Dirigente, una donna dall’ aria determinata, di quelle che sembrano avere un patto segreto con la scuola e con il quartiere. Dopo i saluti di rito, organizziamo l’attività della giornata. Con lei raggiungiamo la segreteria, dove incontriamo la Dsga e il resto del personale amministrativo.

Passiamo un paio d’ore insieme, illustrando il nostro gestionale e tutte le sue funzionalità. Vedo interesse nei volti dei presenti: prendono appunti, fanno domande, ma ciò che più mi colpisce è la partecipazione attiva sia della Dsga che della Dirigente. Non è sempre scontato trovare una tale attenzione da parte del vertice della scuola.

Resto in silenzio. Affascinato.

«Anche la scuola si è persa un po’,» aggiunge. «Il suo compito non è istruire. È formare.»
E poi ancora: «Tutti devono essere educatori. Il collaboratore, l’autista dello scuolabus… ognuno ha un ruolo nella crescita degli studenti.»

Parole semplici. Parole vere.

Mi saluta. Vado dalla DSGA. Una donna supertecnologica: tre computer sulla scrivania, operativa, precisa. Tutto già configurato. Un lavoro impeccabile.

Poi un panino veloce. Alle 15:00 torno in sede.

E lì, la sorpresa. L’orchestra scolastica sta provando. Ragazzi e ragazze, strumenti, note che si rincorrono. Un’energia contagiosa. Resto ad ascoltarli. È musica vera. È passione.

Alle 16:00 inizia la formazione. Sessanta docenti, disposti a semicerchio in una sorta di anfiteatro interno. Silenziosi. Attenti. Partecipi. Si crea un bel feeling.
Durante l’incontro, ricevo addirittura tre applausi.

Alla fine, il Dirigente mi ringrazia. Parla di professionalità, di competenza, della fiducia nella qualità del lavoro Spaggiari.
Sorrido.
Sono quelle parole a darmi la conferma che questa, oggi, è stata una giornata speciale.

Ora sono qui, seduto in macchina, davanti al mare mosso. Il vento solleva mulinelli di sabbia e foglie secche.
Scatto una foto.
Ma il vero scatto è nella memoria.

Il ricordo di questa scuola, di quel dirigente, di quelle parole che sono musica anche ora, che la giornata sta per finire.

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