Inclusione a scuola

Come educare alla diversità e al coraggio

di Cinzia Recinella

Sono Cinzia, una docente di sostegno della scuola primaria.

Mi occupo professionalmente di diversabilità da 22 anni e mi reputo fortunata ad essere animata dalla stessa passione di quando ho mosso i primi passi nella formazione.

Spesso mi domando cosa sia indispensabile a garantire l’ inclusività e arrivo sempre alle stesse conclusioni…

Credo in una scuola nella quale i docenti si formino costantemente e cerchino di ampliare le proprie competenze metodologiche, disciplinari e relazionali.

Una scuola capace di assicurare a ciascun alunno le giuste opportunità, indispensabili al raggiungimento del proprio successo formativo, e di perseguire  quell’“accomodamento ragionevole” (Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità legge n. 18 del 3 marzo 2009) che si attua attraverso modifiche ed adattamenti necessari ed appropriati mediante l’uso di strumenti, strategie e metodologie personalizzate.

Una scuola che non punti all’omologazione ma riconosca il valore della piena espressione personale della propria diversità.

Una scuola  capace di stipulare quell’alleanza educativa con le varie Istituzioni che concorrono alla formazione, in modo da garantire il raggiungimento di risultati efficaci e rimuovere così quelle barriere che ostacolano l’apprendimento e il “funzionamentodegli alunni. 

Un bravo insegnante inclusivo, secondo me, dovrebbe riuscire a trovare la chiave giusta capace di passare perfettamente nella “porte èntroite” della relazione e di aprire poi tutte le altre che sottendono alla conquista delle autonomie e agli apprendimenti.

Inclusione

I visi e i nomi degli alunni che sono stati spesso miei insegnanti in questo arco temporale, sono ancora impressi nella mia memoria, così come i traguardi raggiunti e le difficoltà incontrate come docente.

Nel mio percorso di crescita professionale ed umana ho avuto il piacere di conoscere: Dirigenti Scolastici, colleghi, genitori, professionisti di Centri Riabilitativi e della Asl, assistenti educativi e collaboratori scolastici.

Da ognuno di loro ho imparato qualcosa, ma vorrei soffermarmi sull’insegnamento ricevuto qualche anno fa da due persone che mi fanno legare alla diversabilità la parola coraggio (dal latino cor habeo : avere cuore).

Loro mi hanno permesso di distinguere due diversi modelli di coraggio.

Il primo, il “coraggio di perseverare”, me lo ha fatto conoscere la mamma di una mia alunna che quotidianamente affronta le difficoltà che la disabilità grave di sua figlia le impone, donando un esempio di grande dignità e perseveranza senza cedere mai allo sconforto anche quando tutte le certezze vacillano ed è umano pensare di arrendersi.

Il secondo, il “coraggio di rinunciare”, me lo ha offerto come modello una collega che dopo la sua prima esperienza annuale come docente di sostegno, ha avuto la forza di rinunciare alla nomina in ruolo perché convinta di non avere le competenze relazionali e professionali adeguate a poter svolgere con serietà e deontologia questo delicato compito.

Grazie ad entrambe per il coraggio dimostrato e per ricordarmi che l’inclusione si lega anche ad avere cuore!

Non si può fare altro che prenderne esempio e non solo quando si parla di disabilità!

#inclusione #coraggio #sostegno


Cinzia Recinella Insegnante con Diploma di Laurea in Educazione Fisica, docente specializzata nel Sostegno – scuola primaria – e attualmente Funzione strumentale inclusione presso l’ Istituto Comprensivo Pescara 2.

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