SARDEGNA – Sul finire di ottobre.

Qualche ombrellone aperto qua e là , costumi da bagno che sembrano fuori dal tempo. Alghero è bella e mi saluta così, con la sua eleganza e il suo corallo.

Il vento soffia forte e solleva la sabbia chiara in una inaspettata coda di estate che addolcisce le giornate sempre più corte di questo ottobre ormai giunto al termine. Ed io mi ritrovo qui, a meravigliarmi.

Da qualche giorno ormai attraverso la Sardegna da Sud a Nord. Ne ammiro le asperità , ne assaporo i piatti, ne conosco la gente. Ruvida e diffidente, come la sua terra. Ma basta conoscerla un po’, scambiare due chiacchiere e la ritrovi gentile e appassionata. Mi dà serenità. Una terra misteriosa questa. Lo vedi nei vicoli, nelle case, negli angoli, nei volti di chi ti circonda. Ricca di contraddizioni, ma allo stesso tempo di intensa e rara bellezza.

Alghero - Sardegna

Cagliari, poi Nuoro, Sassari e Alghero. Tanti km che quasi non sento più nell’ ammirare la natura che mi circonda, regina incontrastata di quell’universo che è la Sardegna.
Percorro senza sosta queste strade e rimango incantato ad osservarla.
Trascorro un paio di serate con Marco, mio compagno di lavoro in questi giorni. Incontriamo tanta gente nelle scuole che visitiamo. Tanta cordialità , tanta accoglienza. Arriva la sera. Quattro passi per smaltire le fatiche giornaliere e poi, mentre la birra rossa e ghiacciata ascolta, ripercorriamo le fatiche della giornata e ci raccontiamo, pensieri che si aggiungono a pensieri mentre programmiamo gli spostamenti.
Ora sono qui. Nell’ attesa del mio volo che mi riporti a Roma, trovo il tempo per dedicare a questa terra una pagina del mio Diario e le prometto che tornerò di nuovo ad ammirare il sole, che vedo scendere, proprio adesso, dietro una collina.

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